THE NEWSROOM 3 (stagione finale, e un po’ anche le altre stagioni)

Mi è piaciuta da matti, ed è forse una delle serie che emotivamente meno mi ha “sconvolto”, ma concettualmente e per il proprio scopo morale mi ha smosso.

Non so se è davvero una battaglia morale quella di Sorkin oppure una fuRberia (che non l’ha ripagato), ma non mi importa e preferisco vedere il buono tra questo e il suo opposto.

La prima stagione è stata decisamente la migliore, con la premessa, il primo dei tanti monologhi che predispone il cambiamento del protagonista e lo spirito che aleggia e si manifesta nella redazione “rinsavita”. Stupenda.

La seconda stagione è interessante per l’errore che viene fatto nella storia (a controbilanciare l’assillo morale della stagione precedente e in generale dell’intera serie) e, cosa bella, è tranquillamente autoconclusiva (come la prima stagione volendo).

Una storia per funzionare per tanto tempo forse dovrebbe funzionare, nel pieno delle sue possibilità, non solo alla fine, ma dall’inizio alla fine, potendo smettere di essere raccontata in ogni momento.

E questo THE NEWSROOM lo fa, e pure benissimo.

La serie non è piaciuta e ci sono state critiche pesanti per la presunzione della serie; non è sbagliato che ci siano state. Sarebbe bello che venissero ritrattate.

La terza stagione è quella più breve e quella che fa capire che sia giusto che la storia finisca per sempre.

La storia personale dei personaggi e i personaggi stessi, con i loro modi, sono diventati invadenti rispetto allo spirito e, volendo, al metodo del racconto, e quindi la qualità scende (rimanendo sempre elevata però) e quindi è giusto smettere (oltre che, immagino, per il ritorno che immagino sia mancato).

Se ogni stagione avesse visto, come la seconda stagione, un caso dell’annata, se gestito bene, sarebbe stata pazzesca, soprattutto relegando a “particolari” in stile SOUTHLAND la vita privata dei personaggi.

I personaggi sono tutti normalissimi (non nel senso che non sono un po’ stereotipati, ma nel senso che potrebbero essere interpretati da chiunque; giusto l’attore che fa Charlie ha uno charme più appropriato del normale con il suo personaggio e il più simpatico e interessante, caso strano a dire il vero, è il protagonista, JEFF DANIELS cioè WILL; quest’ultimo è l’inizio e la fine ed è sacrosanto che sia così.

I dialoghi sono stati il motore migliore di questa serie, e sono davvero ben curati, anche se forse non tutti entusiasmanti e spesso faticosi, specie per chi non è edotto sugli argomenti.

Guest Star sono state utili, vedi Terry Crews, e a volte davvero piacevoli, vedi, ovviamente, JANE FONDA su tutti/tutte.

Al contrario di altre serie come SCRUBS (finale toccante), o LOST (finale furbo, ma quasi doloroso per il commiato), BEING ERICA (finale necessario e commovente) e SIX FEET UNDER (il finale perfetto rispetto alla propria serie) questa storia non ha voluto concludersi con un finale lacrimevole, ma ha percorso una strada diversa che si avverte verso la fine e si palesa nell’ultima sequenza di 60 secondi che ripercorre la routine più o meno normale della sala regia etc, con tutto il cast principale e l’ideale atmosfera prima della messa in onda di una puntata normalissima.

L’ELEGANZA, E NON LE LACRIME.

Questa è stata la decisione sulla fine del racconto.

Decisione a mio avviso da applausi, che non va confusa con un finale noioso o di poca inventiva, quanto piuttosto come una presa di posizione decisa, così come lo è stato il voler raccontare come è che dovrebbe essere il mondo raccontato in questa serie.

Voglio provare un domani a recuperare THE WEST WING…dovrebbe essere ancora meglio a sentire le recensioni, e lo stesso ideatore dice di avervi lasciato ancora di più il cuore…spero che sia così.

THE NEWSROOM è stata una serie davvero molto bella ed elegante, non per tutti, che non spicca per gli interpreti e che non ha quegli elementi che tendenzialmente si ricercano in una serie tv, soprattutto ora come ora e forse per questo è giusto che sia finita in tempi abbastanza brevi. Ma non si può che essere contenti di averla potuta seguire.