IL DIARIO DI BRIDGET JONES

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E’una commedia come tante, ha qualche momento divertente in effetti, anche abbastanza, con un cast azzeccato: la protagonista, con la sua fisicità (del tempo) rende bene, Colin Firth quando ancora non sapeva manco da lontano cosa fosse un premio Oscar (lui ha solo un’espressione per tutti i film comunque) e Hugh Grant che forse è fisicamente il più azzeccato: bello e capace di essere insopportabile proprio col suo essere belloccio…se poi ci aggiungi che per l’altra metà dei film che ha fatto fino a quel momento fa il bello e tenero cucciolone maltrattato come in          QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE allora è ancora più divertente.

Il problema unico di questo film è che lo trovo incoerente con la premessa. E’ un film surreale, che esagera la realtà, ok, però alla fine i motivi per cui la protagonista all’inizio è sola (solo all’inizio però, per tutto il resto della storia ha sempre almeno uno spasimante) potrebbero essere il suo essersi accontentata del lavoro che fa, il suo bere e fumare senza limiti, mangiare schifezze, non avere argomenti di conversazione, essere disattenta e quindi goffa, uscire sempre con gli amici a fare festa e essere pronta a tirare frecciatine anche quando le circostanze non lo prevedono. Insomma, avere pietà di Bridget quando per buon ¾ di film sta a letto con Grant, o flirta con Firth (mi stavo incasinando a scrivere) , o fa festa è un po’ stupido.

E’ un film che ha come protagonista l’apoteosi dell’immaginario di donna trentenne negli anni ’90, e credo che sarà sempre quello il pubblico di base di questo film; rimane comunque, senza troppe pretese, una commedia divertente gradevole e che si lascia vedere.

Vedremo con il primo sequel e, temo ahimè, con il secondo…

 

CHE PASTICCIO, DI BRIDGET JONES!

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E’ proprio un pasticcio.

La storia è una riproposizione del primo episodio in stile FUGA DA LOS ANGELES (cesso rispetto a FUGA DA NEW YORK, quest’ultimo bello), ma il tono è meno cattivo e la protagonista perde quel carisma da caXXona che aveva per uno stile da allegra gigiona sfigata e basta.

Gli unici siparietti divertenti sono con il padre di lei (il buon LUMACORNO di harrypotteriana memoria) e quelli con Hugh Grant, che purtroppo è meno cattivo e brillante nel fare il cattivo del primo episodio; carino poi, forse pure di più dell’originale, il combattimento finale tra i pretendenti.

La regia è palesemente fiacca e la colonna sonora sembra completamente a caso, fatta solo di pezzi pop e commercialissimi del tempo (ricordo che su MTV lo menavano a sangue con il videoclip di Robbie Williams con le scene del film, e già allora era esasperante).

Fosse uscito in questi anni sarebbe stato insultato, essendo uscito anni fa come sequel trova posto, ma è noioso in senso assoluto.

Spero nel terzo capitolo che, sebbene ovviamente riproponga l’idea di base e recuperi le dinamiche, potrebbe ancora quantomeno portare due risate.

Se il primo lo salvo, questo proprio no.

 

BRIDGET JONES’S BABY

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Che occasione sprecata.

Metà film riesce a essere abbastanza godibile, tanto da far dimenticare il terribile secondo film, tanto da giustificare il prendersi il cofanetto in dvd/bluray/vhs (molto vintage e inesistente, ma lodevole nel caso si riesca)…ma la seconda metà affossa tutto, con una lentezza esasperante e una noia che attanaglia lo spettatore, che capisce perfettamente come finirà la storia (comunque prevedibile, ma vabbè).

Non è un caso che ha avuto nelle recensioni che ho visto su internet dei voti superiori al secondo capitolo. Ovvio però non abbia voti superiori al primo, che rimane la base dei sequel (più o meno scopiazzature e riproposizioni sempre della stessa storia e delle stesse dinamiche).

Colin Firth dovrebbe imparare a mettere qualche altro vestito ogni tanto…

Lei…vabbè, è un po’ come sparare sulla croce rossa, quindi non credo servano commenti.

Derek, pardon, Dempsey è un po’ ringalluzzito, merito anche del trucco; fa strano vederlo in stile NERD MODE che sbava per la voce di MEREDITH GREY… finezze meta nerd che noteranno in pochi (e meno male, sennò siamo tutti da ricovero).

Il product placement dei prodotti Apple e di Ed Sheeran sono proprio un qualcosa di fastidioso che mi fa passare la voglia di vedere il film diverse volte durante la visione.

La Thompson risulta essere la più brava a far divertire, senza troppe lodi e senza alcuna infamia.

L’unico siparietto che la gente non vede e che si aspetta è la scazzotata di rito che non arriva perché si è scelto di contrapporre del tutto il personaggio Dempsey a quello di Hugh Grant (che ok ha detto di no, ma farlo fuori così con poco stile all’inizio è eccessivo). Un pelo divertente se è per british humor l’auspicabile redivivo Grant, meno se è uno sfottò (comunque Grant è anni luce meglio di Dempsey, specie da cattivo).

Finalmente ho finito, dopo mesi, questa trilogia.

In realtà non sarebbe un peccato capitale un quarto capitolo, specie per gli ottimi incassi e le modeste, ma non negative, recensioni, ma sarebbe del tutto senza senso, sia perché non si può davvero replicare le dinamiche, sia perché non ci sono appigli, manco mezzi.

Finiamola qui che è meglio.

Il primo rimarrà abbastanza giustamente nell’immaginario, il secondo DEVE essere dimenticato, e questo terzo non aggiunge né toglie nulla al primo.

Un cerchio che doveva rimanere un punto (il primo film). Spero di non “dovermi” sorbire altri “sequel dopo tanto tempo” come questo, ma temo che l’imminente futuro sarà proprio così…già pavento il venturo Harrison Ford in maglietta (nel trailer o in tutto il film?) in BLADE RUNNER 2….che amarezza…