LA CASA

 

 

C’era una volta…un regista, di nome Sam Raimi.

Egli amava il genere horror e allora decise di dirigerne uno. Quest’uno però doveva essere un film particolare: doveva contare pochi attori, essere ambientato in una casa nel bosco, e vedere il protagonista, Ash, interpretato da Bruce Campbell, lottare contro una creatura misteriosa che si è impossessata del luogo e sta cercando di ucciderli tutti.

In questa film ci sarebbe stato il terrore, il male incarnato, un libro maledetto (il Necromicon Ex-Mortis) e tanto tanto dolore…ma questa, miei cari lettori, non è la recensione di questo film.

Questa è la recensione di quell’altro film.

Questa è la recensione non di quello che è stato un incubo, ma di quella che è stata una geniale trovata di trasformare un incubo in qualcosa di diverso; in qualcosa di più….

LA CASA (remake 2013)

 

E no, mi spiace, ma questa non è (ovviamente) la recensione nemmeno di questo film…che comunque, quando lo vidi anni fa, mi era piaciuto abbastanza perché ha saputo svecchiare l’estetica mantenendo i caratteri generali della storia e degli effetti visivi sfruttando lo splatter nei momenti giusti…ma come ho detto, questa non è la recensione di questo film…

LA CASA 2

 

 

 

 

Questa è la recensione de “LA CASA 2”…o meglio, il (non) vero “LA CASA”

Ash e la fidanzata, Linda, sono nuovamente, e anzi, per la prima volta in quella casa (questa volta soli) e si imbattono in un libro maledetto, il Necromicon Ex-Mortis. Mentre osservano il libro ascoltano la registrazione di uno studioso che aveva rinvenuto in passato il libro, risalente a 3000 anni prima. Con le parole della registrazione però si va a creare una mistica formula, che libera una presenza demoniaca che si impossessa di Linda. La posseduta tenta di uccidere Ash, ma egli riesce a fermarla giustiziandola. Apparentemente conclusa la vicenda, con la morte del demone, si rivela però che le pene del protagonista sono tutt’altro che terminate: il demone non è perito e comincia a tormentare Ash in ogni modo possibile.

Per tutto il film Ash ne patisce di ogni, tra possessioni, sballottolamenti, torture psicologiche e fisiche. Addirittura il personaggio è costretto, causa una mano destra che gli viene posseduta dal demone, ad amputarsi l’estremità, per poi apporvi, come arma e come vera e propria estremità, la celebre (per chi segue ste cose) motosega automatica.

Altri ragazzi arrivano alla baita, compresa Annie, la figlia dello studioso, che ha con sé pagine mancanti del libro dei morti che possono sia invocare il palesarsi del demone (Kandariano per i più edotti in materia), sia rispedirlo nel passato tramite un cunicolo spazio temporale.

Decimati tutti i ragazzi neo arrivati, mentre la figlia dello studioso è in fin di vita Ash cerca ancora di resistere al demone. Annie, prima di spirare, evoca il mostro nella sua interezza e origina il portale, scacciando nel passato sia il demone sia il povero Ash.

Nel passato, risvegliatosi, Ash viene circondato da dei cavalieri in armatura; mentre cerca di parlare però avviene l’assalto di un mostro alato, che prontamente, con un colpo di fucile, giustizia senza pietà. Dinnanzi ad un combattente simile i cavalieri si prostrano a lui, mentre il poveretto, disperato, realizza finalmente dove si trova, e soprattutto, quando.

FINE.

Lo so: da leggere così questa storia sembra una cosa assolutamente banale, ma posso assicurarvi che non c’è nulla di banale in LA CASA 2.

Uscito al cinema 6 anni successivamente a LA CASA, questo film non è un seguito come il titolo può far sembrare, ma è una reimmaginazione. In tempi recenti abbiamo assistito a tale “prodigio” con il film MAD MAX – FURY ROAD -, che ha spostato personaggi noti in scenari originali. Qui, in questo film invece il protagonista, Ash, resta esattamente dove era e dove è rimasto al termine del film precedente, ma viene rivoluzionato il modo di mostrare la storia che ha vissuto e ciò che gli è accaduto.

Dall’horror si passa al comedy horror, genere oggi più in voga grazie a questo film e a questa saga.

Probabilmente con gli occhi di oggi non c’è nulla che possa realmente spaventare, mentre allora forse l’effetto pauroso comunque in alcune scene si raggiungeva. Non è possibile oggi nemmeno provare vera tensione alla visione di questo film, ma per un motivo più “cinico” che logico: guardare questo film è voler guardare questa saga. Credo di poter affermare che NESSUNO guarderebbe oggigiorno questo film senza sapere a cosa va incontro, a cosa è realmente questo film (un semi remake/reboot) e a cosa è divenuta questa saga.

Non è un film che trova posto a sé stante ormai, e va bene così. Non è nemmeno un film che vuole essere realmente autoconclusivo: malgrado il finale a cliffhanger sia tutto sommato coerente anche come finale della storia, questo film termina con un finale aperto che ha volutamente tenuto aperto uno spiraglio per continuare la storia…storia che sarebbe continuata nel 1992 con il celebre L’ARMATA DELLE TENEBRE, forse il capitolo della saga più iconico e rappresentativo dello stile deciso per questa reimmaginazione.

Bruce Campbell è Ash, fin nei profondi e grezzi particolari; non è un ruolo per una recitazione strappalacrime, è un ruolo per un’impersonificazione di delirio, rabbia, e infinito carisma che spunta fuori dove un attimo prima c’era disperazione. Ash Williams è un’icona della cultura pop dagli anni ’80, ed è giusto così.

Chissà come sarà con questa misteriosa e successiva armata…

L’ARMATA DELLE TENEBRE

 

 

 

E allora scopriamolo subito!

1992, cioè 5 anni dopo LA CASA 2 esce L’ARMATA DELLE TENEBRE, ed è di nuovo introduzione del personaggio, di nuovo ricapitolo e correzione del passato della storia di Ash, ed infine, o meglio, all’inizio, ritorno nel passato. Ritorno nel medioevo, alla corte di re Artù, pardon, re Arthur, per Ash Williams, l’anti eroe inarrestabile del reparto ferramenta dei grandi magazzini.

Liberati gli ultimi strascichi concettuali dal primo film de LA CASA, questo terzo film è tutto tranne che realmente horror: è trASH, è divertente, è immediato, è autoparodistico, è banale quando vuole ed è grezzissimo; per tutti questi motivi è un film riuscito.

Davvero divertente qualche sequenza: tra tutte quella della frase magica detta male con il protagonista che tossichia per nascondere l’errore di pronuncia e lo scontro con la sua metà malvagia. Tutto il film però è contornato di scenette divertenti, che vanno ben al di là del divertimento che può esserci nel vedere un uomo del presente intrappolato nel passato, con tutti i “banali” limiti del 1300.

Per Ash, in questo passato, c’è anche l’occasione di trovare una donna, Sheila, la quale però verrà soggiogata dalla metà malvagia di Ash, che la rende sua serva nel mentre fa risorgere l’armata delle tenebre del titolo e da battaglia al protagonista. L’esito è scontato come ovvio: Ash sconfigge tutto e tutti, recuperando il modo di tornare nel suo tempo e addirittura salvando la ragazza.

Il viaggio del ritorno per Ash sarà solitario però, perché il suo “amore” per la ragazza non era poi così aulico come si pensava; lei, a malincuore, se ne sta.

E così Ash torna nel nostro tempo grazie ad una pozione e di nuovo grazie a delle parole magiche…di nuovo dette male. E così viene evocato un essere demoniaco, prontamente sconfitto da Ash, l’eroe inarrestabile.

E con la celebre “Dammi un po’ di zucchero, baby” terminano le avventure di Ash Williams, de LA CASA e dell’ARMATA DELLE TENEBRE. Addio e grazie delle risate…

Anzi, arrivederci, perché la saga o meglio, la storia è proseguita, attraverso la serie ASH VS EVIL DEAD e dopo aver recuperato e visto e rivisto questi 3, pardon, 2 capitoli di origine ho di sicuro voglia di divertirmi ancora con il trASH, con l’horror, e con il buon Bruce Campbell, l’indomito eroe del reparto ferramenta.

P.S. nel finale alternativo de L’ARMATA DELLE TENEBRE Ash finisce nel futuro sulla falsariga di come è finito nel passato al termine de LA CASA 2…interessante finale mai utilizzato; chissà se l’idea è stata più utilizzata nella serie tv…