HAL: “Aspetta, aspetta…dici sul serio? Perché se è così…devo vederla.”

MAURICIO: “Nooo, non vuoi vederla…”

HAL: “Infatti, non voglio; devo!”

Ci sono quelle sere che proprio non sai da che parte girarti; ci sono quelle in cui non te la senti di far finta di aver chissà quanto apprezzato un film di tre ore di un regista famoso che ha fatto la storia del cinema (tipo BARRY LYNDON https://s8cblog.wordpress.com/2019/05/03/barry-lyndon/) oppure ci sono quelle sere in cui non te la senti di rivedere il solito film di super eroi di un franchise destinato a durare in eterno (https://s8cblog.wordpress.com/tag/marvel-cinematic-universe/). Certe sere, semplicemente, forse dovresti semplicemente uscire, vedere degli amici, leggere un libro o un fumetto, perché no, pure studiare…sono tutte valide alternative a seconda dell’andazzo. Ma quando sono così alla disperata ricerca di un’alternativa cinematografica che fatica ad essere trovata io di solito ricorro alla commedia. Non ritengo la commedia un genere facile, specie dopo aver recuperato di recente alcune commedie nostrane e/o aver seguito altri che ne parlavano; sono un genere più complicato e meritevole di quanto si possa credere, e forse più complicato del dramma. Per tutti questi motivi sono arrivati, oltre che un po’ per caso, a questo film, AMORE A PRIMA SVISTA, e devo ammetterlo: sono contento di averlo fatto.

È una commedia del 2001 ragazzi, di quelle che si basano sul ragazzo bastardo che va in giro a rimorchiare ragazze e che alla fine mette la testa apposto. La trama è questa, non ci sono altre trame di base, e, signori e signore, va benissimo così.

Il tempo passa e cambia ciò che viene ritenuto divertente; cambia anche il modo con cui si fa ridere, sia sfruttando la dialettica sia usando il proprio corpo se si è interpreti. Questo film affonda come detto le proprie radici in un genere molto affine ad AMERICAN PIE e ad altre commedie principalmente ambientate nel contesto dell’America dei giovani e rampanti che vanno in giro alla ricerca della donna giusta. C’è però una componente inattesa che, a parte l’ovvio, non ci si aspetta di trovare in questo film: la sua serietà.

AMORE A PRIMA SVISTA parte dall’assiomatico espediente del prestigiatore che ammalia il protagonista, interpretato da un giovane Jack Black, che da lì in poi smette di vedere le ragazze per quello che sono esternamente e comincia a vederle per come sono interiormente. Vien da sé che le più superficiali ed avvenenti si ritroveranno ad essere delle brutte avvizzite, e quelle meno avvenenti ma più care e meritevoli diverranno un piacere per gli occhi. Questo è l’espediente di base, e il motore che farà incrociare il personaggio di Jack Black con quello di Gwyneth Paltrow, bella oggi come 18 anni fa.

Dove sta la serietà che ho citato però? Essa sta nel voler approfondire in parte il motivo per cui una persona sceglie di essere volutamente superficiale; sta nella difficoltà a superare gli insegnamenti assolutamente sbagliati che vengono dati da una persona cara subito prima di lasciarci; sta, soprattutto, nel trattare con calore umano un tema delicato come quello di un bambino che sta male e che ha bisogno di sostegno perché non si rende conto di quanto gli accade e delle difficoltà presenti e forse future.

L’unica vera accusa a questo film è forse l’aver puntato un pochino troppo sulla sospensione di presa di consapevolezza del personaggio di Jack Black pur confrontandosi con altri e avendo più di un indizio che quello che vede non è esattamente quello che è, ma non si può non perdonare una cosa simile in un film del genere: sarebbe come non perdonare che un laser possa formare una spada in un film di STAR WARS (https://s8cblog.wordpress.com/tag/star-wars/).

Questo film è stato una gradevolissima scoperta (avevo visto credo 5 minuti a suo tempo in tv di questa storia) e vederlo in questa serata così alla deriva è stata la ciliegina sulla torta: mi è stata mostrata una storia semplice ma con una messa in opera assolutamente di cuore, e questo lo si evince dai piacevolissimi, inutili ma affettuosi titoli di coda, che mostrano tutta la troupe cinematografica in varie foto e video che salutano o lavorano. Piccoli dettagli che fanno intuire la piacevolezza che deve essere stata la produzione, e da questa io trovo sia venuto fuori un bel film.

Con gli occhi di ora certe semplicità, quando vengono viste, si sceglie di volerle vedere; oggi il pluralismo delle idee ed il continuo confronto rende fin troppo scontato e banale la tematica del brutto ma bello che è in questo film; si andrebbe subito a fare ragionamenti più profondi, non legati all’estetica ma alla psicologia o alla salute, e ammetto che io stesso potrei tranquillamente fare certi ragionamenti, ma sarebbe eccessivo e fuori luogo. Questo film nasce per essere una distrazione e solo parallelamente o accidentalmente una suggestione potenzialmente costruttiva, e va visto come tale. Scegliete la serata adatta e ve lo godrete.